giovedì 21 giugno 2012

21 dicembre 2012 vince la menzione d'onore al contest letterario "Mi-Pensi" organizzato dal portale Rockit.it

Eccolo il racconto breve "21 dicembre 2012" con il quale Porfirio Rubirosa vince la menzione d'onore al Contest Letterario "Mi-Pensi 2012" organizzato dal portale Rockit.it.


La serata era trascorsa tranquillamente.
Le solite cose, spritz con il campari e una mezza dozzina di Pringles prima di cena.
Faraona con i funghi porcini e 40 grammi di pane durante il pasto.
Focaccina di Balzani per concludere.
Un po' di... Tv, qualche pagina di "Una donna spezzata" di Simone De Beauvoir, e poi click, luce spenta e buonanotte al secchio.
E anche a me.
Verso le sei, albeggiava da un po’, vengo svegliato da un sibilo.
Fastidioso.
Invasivo.
Insopportabile.
Il velo di stanchezza che solitamente ricopre gli occhi al risveglio, cancellato in pochi secondi a causa dell'inconsulto suono.
Scendo dal letto, ma neppure la comodità delle mie ciabatte in pelle Tom Ford riesce a darmi sollievo.
Decido di vestirmi ed andare a lavorare, che di tornare a letto non se ne parla proprio.
Indosso intimo bianco Versace, calzini blu Burlington, camicia azzurra Ralph Lauren, abito blu, in nuance, Corneliani e cravatta Trussardi. Faccio una veloce colazione con latte, nesquik e n. 3 (tre) campagnole, giusto per avere il necessario apporto calorico per affrontare la mattinata.
Esco di casa, ma appena fuori dal portone avverto con sempre maggiore forza il sibilo de quo.
Decido di indagare.
Attraverso la zona pedonale, passo davanti al Duomo antistante il mio Studio Legale, e mi ritrovo davanti alle Poste, allorquando il rumore diventa quasi insopportabile.
Mi dirigo nella retrostante Piazza Rizzo.
E finalmente lo vedo.
Davanti a me si staglia la causa di quel sibilo inusitato.
Alto all'incirca 12 metri, con un diametro di almeno 2 metri, completamente nero, levigato da mani non umane, un enorme, gigantesco, imponente, mastodontico fallo.
Ai lati due gigantesche sfere, anch'esse nere, tagliate di netto alla base, appoggiate sull'asfalto.
Sono sconvolto, la mia borsa da lavoro in pelle marrone The Bridge mi scivola dalle mani, le gambe mi cedono e cado a terra.
Impaurito e svuotato.
Ho la forza di rialzarmi e di girare attorno al pene monolitico.
Il glande è perfettamente intagliato, e capisco che non può assolutamente trattarsi dell'opera di un essere umano.
Quel fallo deve certamente arrivare dallo spazio profondo.
Ma perché, fra mille pianeti, è giunto proprio qui, sulla Terra, a San Donà di Piave, in Piazza Rizzo, anche detta Foro Boario? Indago sul significato etimologico del nome della Piazza, ma non riesco a trovare una spiegazione valida. Ma soprattutto, questo pene arriva in pace, o ci è ostile? Porta la conoscenza o la distruzione?
All'ora in cui sto scrivendo, la piazza è già stata resa inaccessibile dai militari, e tutta l'area, per un raggio di un chilometro, è piantonata dalle Forze dell'Ordine. Almeno 20 carroarmati presidiano il fallo nero alto 12 metri e un paio di elicotteri sono in volo da ore.
Mi chiedo se gli esperti sappiano qualcosa che non vogliono rivelare.
Forse che questa notte sia previsto lo schianto sul nostro pianeta di una vagina di 20 metri per 3?
Sarebbe una catastrofe.
Ho paura...

Porfirio Rubirosa

Nessun commento:

Posta un commento